Archive for maggio, 2010

Ritardati Pagamenti nella PA nei confronti delle Società di Servizi

lunedì, maggio 31st, 2010

Vi siete mai chiesti quanto deve lo Stato alle Imprese del settore dei Servizi? Tra i 60 e i 70 miliardi di euro ( euro più od euro meno, forse sono i più). Di questi quasi la metà è rappresentata da ritardi di pagamento da parte di enti del Servizio Sanitario Nazionale. La stima è del Taiss, ed i dati contenuti nel documento recentemente presentato dal Taiis parlano di un ritardo medio nei pagamenti da parte della PA di 100 giorni ( anche se a Noi sembrano un pò pochi).La situazione è però molto diversa da zona a zona, infatti troviamo regioni più virtuose come il Veneto ad esempio, dove i ritardi sono minimi, ed altre, soprattutto al centro sud, dove i ritardi vanno da 6 a oltre 12 mesi. In Sicilia si arriva addirittura a 2 anni per ottenere il dovuto. E la tendenza è in peggioramento, soprattutto nella sanità.L’indebitamento complessivo degli enti del Servizio Sanitario Nazionale è di 49,2 miliardi di euro (pari al 3,2% del Pil nominale) secondo le stime della Corte dei Conti, a differenza dei dati della Confindustria dove il dato è di circa 63,3 miliardi.La situazione è drammatica per molte piccole e medie imprese che si trovano nell’assurda posizione di «fare da banca alla pubblica amministrazione» come sostiene Massimo Stronati, presidente di Federlavoro e Servizi Confcooperative. «Le imprese cooperative che si occupano di servizi per rispondere meglio alle esigenze del mercato, dovrebbero perseguire processi di patrimonializzazione, di investimento, di innovazione e invece sono costrette a garantire i debiti della Pa». Il destino di 20mila imprese e oltre 900mila occupati dipende dalla regolarità dei pagamenti». Anche in questo caso il nostro suggerimento è quello di farsi affiancare da Società in grado di migliorare il loro flusso di cassa, senza dover sostenere nessun tipo di costo anticipato.

Il ritardo nei pagamenti da parte della PA ha i giorni contati … così dicono

lunedì, maggio 31st, 2010

E’ allo studio una Direttiva Europea che fisserà a 30 giorni il termine massimo dei pagamenti della PA, pena la sanzione del 5% per ogni giorno di sforamento”. L’annuncio arriva da Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti. Le lungaggini burocratiche che pesano sulle spalle delle aziende e che vedono anche un’attesa di 600 giorni per vedere onorato il credito maturato nei confronti degli enti locali è un male antico al quale ora la Ue tenta o vorrebbe porre rimedio, ma tutto questo rischia di arrivare come un macigno sulle già provate casse dello Stato. Di qui l’ipotesi di andare a ricontrattare i termini del patto di stabilità che, ha aggiunto Bassanini, “oggi prevedono che i pagamenti delle Pa pesino su quel capitolo nel momento esatto in cui vengono effettuati”. E che di fatto ha anche bloccato la proposta avanzata dalla stessa Cdp di riscattare i debiti della Pubblica amministrazione estinguendo i crediti delle aziende. Sono tempi inaccettabili per un paese civile – ha tuonato Buzzetti ( presidente dell’ANCE) – sono tempi che, favoriscono l’illegalità, aiutano i furbi che scelgono corsie di sorpasso e deprimono le imprese migliori. Tutte casistiche che effettivamente si stanno avverando in questi ultimi mesi !!!!

Ritardati pagamenti PMI e COOP nel Lazio

lunedì, maggio 31st, 2010

I Confidi nel 2009 hanno garantito l’erogazione di finanziamenti bancari a 1.600 imprese per 105 milioni, contro i 40 milioni dell’anno precedente, quindi si è registrata una crescita del 154%; secondo Fabio Camilletti, direttore Coopfidi “le banche sono sempre più selettive e chiedono ancora più garanzie”. Ad acutizzare i problemi delle microimprese siaggiunge la questione dei ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione (tra i250 e i 400 giorni) e delle grandi aziende; “le imprese romane vantano crediti nei confronti del Comune di Roma per oltre 3 miliardi di Euro”;

Caratteristiche di una corretta Gestione del Credito in ambito della PA

lunedì, maggio 31st, 2010

Se vogliamo descrivere un  profilo di un addetto alla Gestione del Credito come viene inteso all’interno della nostra Società, bisogna assolutamente che sia adeguatamente preparato con un diploma oppure una laurea in Economia o Giurisprudenza, una buona conoscenza delle normative sulla privacy e sugli aspetti legali e fiscali del recupero crediti; ma sopra ogni cosa bisogna essere certi che le persone che svolgono questa attività, oltre alle competenze degli aspetti normativi, devono avere delle ottime capacità relazionali e di comunicazione, che per la nostra Società sono alla base di tutto.

Fallimenti e chiusure di Aziende

lunedì, maggio 31st, 2010

Solo nel 2009 le imprese fallite nel settore dell’edilizia ammontano a 2 mila (+30% sul 2008), mentre ben 9 mila sono le aziende chiuse, possiamo aggiungere che solo nel primo trimestre 2010 si registra già un ulteriore 30% di fallimenti aziendali e 7.800 chiusure. Non è certo di buon auspicio questo primo Trimestre !!!

SO.RE.SA. 3 in Campania se gestita bene funziona

lunedì, maggio 31st, 2010

L’ammontare del debito in Campania supera i 2 miliardi di Euro; le mensilità arretrate vanno da 5 a 20 a seconda dell’Azienda sanitaria. Nonostante si continui a leggere e scrivere di tutto e di più, cioè dal blocco dei pignoramenti, alla sua incostituzionalità e quindi relativo sblocco, ora si dice che è stato riconfermato il blocco, noi dopo anni ed anni di lavoro sul territorio ( non solo Campano, ma Nazionale) abbiamo avuto le conferme che se i crediti opportunamente gestiti si possono recuperare senza per forza passare dalle Banche o Società di Factoring che quando si decidono ad acquistare il vostro Credito è perchè è certo/certificato e quindi hanno sicuramente una percentuale maggiore di essere a loro volta pagati e prendere anche gli interessi che invece erano vostri; la vera difficoltà è nel saper far certificare le fatture per poi poter prendere atto delle delibere regionali, la differenza tra Noi e le Banche o le Società di Factoring sono sicuramente i costi nettamente inferiori ai loro ma soprattutto l’intera gestione della operazione dall’inizio alla fine ed il nostro compenso viene erogato solo quando Voi avete messo in CASSA i vostri soldi, non si anticipa niente prima e non si hanno costi fissi; l’operazione prevede un’intesa tra Regione (Asl e Aziende ospedaliere), la nostra Società e fornitori da sottoscrivere prima di ogni fornitura di beni e servizi. L’obiettivo è quello di eliminare costi per contenziosi e decreti ingiuntivi che normalmente pesano circa 400 milioni l’anno e bloccano il sistema;

Ritardati pagamenti in Italia ed Europa

lunedì, maggio 31st, 2010

Nel corso del 2009 l’Italia, pur continuando a posizionarsi nelle peggiori posizioni in termini di rispetto dei tempi di pagamento ( in Europa), essa ha accusato solo una lieve flessione, a differenza di altri Paesi del Mediterraneo, come Spagna e Portogallo, hanno accusato un deterioramento significativo nelle abitudini di pagamento medie. Solo nel 2009 le aziende italiane puntuali sono state il 43,7% del totale, con un calo del 5,9% rispetto all’anno precedente; sempre in confronto al 2008 il 26,6% delle imprese ha peggiorato i propri pagamenti. Si può anche affermare che da una nostra indagine fatta su un campione di circa 500 aziende, è emerso che le  PMI sono più puntuali rispetto alle grandi Aziende, anche per via del loro minor potere contrattuale; tuttavia nel Mezzogiorno si registra un maggior tasso di morosità rispetto alle altre aree italiane;

Come funziona il concordato preventivo

lunedì, maggio 31st, 2010

Bisogna dire che il concordato preventivo, come risulta anche dalla stessa formulazione dell’art. 160 della L.F., rappresenta una vera e propria proposta contrattuale rivolta ai creditori; esiste un ampio ventaglio di strumenti ammessi per la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti, che vanno dalla cessione di beni, all’accollo a operazioni di finanza straordinaria, compresa l’attribuzione ai creditori di azioni, quote, obbligazioni , dei sempre più diffusi strumenti finanziari o di altri titoli di stato. Il nuovo concordato prevede la formulazione di una proposta di una proposta che punta al soddisfacimento dei creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca in maniera non piena, ma limitata a quanto realizzabile in caso di liquidità. Il principale tratto caratterizzato dal nuovo concordato preventivo è rappresentato dalla soppressione della percentuale minima di pagamento del 40% dei creditori chirografari a favore di una procedura molto più flessibile in cui è richiesto il voto favorevole deicreditori che rappresentino la maggioranza dei crediti ammessi al voto;

Anche nel Regno Unito aumentano le insolvenze

lunedì, maggio 31st, 2010

Solo nei primi 3 mesi dell’anno le insolvenze nel Regno Unito sono aumentate del 17,9% rispetto allo stesso periodo del 2009; nel complesso, secondo le statistiche ufficiali, 35.682 persone hanno dichiarato la loro incapacità di far fronte ai pagamenti e alle obbligazioni assunte. Le insolvenze crescono mese dopo mese da più di un anno anche se l’incremento sulla prima parte dell’anno è stato limitato (108 fallimenti individuali in più); i casi di bancarotta sono stati 18.256, in calo del 10,7%, mentre sono in crescita le difficoltà legate a piccole somme che portano al debt relief orders (+15,6%) o ad accordi di vario genere con i creditori (+20,1%);

Campania: per i debiti Asl pignoramenti dal 1° marzo

martedì, maggio 4th, 2010

Milleproroghe amaro per le regioni con extradeficit sanitari e agrodolce per le aziende creditrici. I governatori con i conti in rosso di Asl e ospedali, che speravano di ottenere altri tre anni per l’attuazione dei loro piani di rientro dal debito, con il maxi emendamento al decreto 194 non hanno avuto alcuna proroga sul filo di lana dei programmi di risanamento ma hanno dovuto incassare invece lo sblocco dal 1? marzo dei pignoramenti che Finanziaria 2010 e «Patto salute » avevano appena congelato per un anno intero. Un’autentica gelata per i bilanci regionali, su cui adesso si scaricheranno pagamenti esecutivi per diversi miliardi di euro: soltanto in Campania si calcolano somme per 1,7 miliardi. Mentre le imprese creditrici, che attendono anche da più di due anni il saldo delle fatture, incassano la vittoria di principio contro una norma di dubbia costituzionalità, ma nei fatti non avranno subito indietro le somme loro dovute.
La retromarcia del Governo sui pignoramenti rispetto a quanto deciso in dicembre con la manovra, e concordato con le regioni nel «Patto per la salute 2010-2012», sposta insomma indietro le lancette dei conti sanitari. Anche con un risvolto a suo modo paradossale, visto l’inutile pressing tentato anche da Palazzo Chigi per rispettare l’accordo con i governatori: alla fine ha prevalso il fumus di incostituzionalità che pesava sulla norma. Come inutile s’è rivelata la protesta sotto traccia esercitata in Senato dalle regioni: il mancato rispetto del «Patto», a questo punto, verrà fatto valere in altre sedi per ottenere a compensazione finanziamenti in più, considerato che si dà ormai per persa la partita per riuscire a cambiare il milleproroghe alla Camera da qui al 28 febbraio, giorno della sua decadenza.
Le imprese creditrici esprimono un atteggiamento di contenuta soddisfazione. Spiega Angelo Fracassi, presidente di Assobiomedica: «Ovviamente siamo contenti che Governo e Parlamento si siano resi conto che il blocco dei pignoramenti per 12 mesi era una decisione assurda e incostituzionale, che non avrebbe certo risolto i problemi delle regioni sotto piani di rientro». Il blocco viene ora ridotto a due mesi, e dunque dal1?marzononcisaràpiùalcuno stop: «Il danno per le imprese si riduce drasticamente e si evitano altri contenziosi che sicuramente si sarebbero aperti –aggiunge Fracassi –.Si poteva evitare quella misura punitiva già quando Confindustria e Assobiomedica si fecero vigorosamente sentire durante la discussione della Finanziaria».
Dalla Campania, forse la regione più esposta con i creditori tra quelle con piani di rientro, è subito partita la protesta. Anche il sub commissario per la sanità, Giuseppe Zuccatelli, ha messo in guardia: «L’abolizione della norma è un grave scivolone. Il blocca-pignoramenti serviva a liberare risorse per poter pagare immediatamente i debiti di tutti i fornitori. In questo modo si renderà ancora più problematico, se non impossibile, pagare i debiti, sia quelli vecchi che i nuovi, favorendo le banche e gli istituti legali». Tra spese legali e interessi bancari, la Campania paga circa 300 milioni l’anno.
Intanto continua a segnare tempesta il barometro dei ritardi del Ssn nei rimborsi ai fornitori. Le ultime elaborazioni di Assobiomedica indicano a fine 2009 uno scoperto verso le imprese per 4,613 miliardi e tempi medi di rimborso di 259 giorni per prodotti biomedicali. Ma attenzione: la Calabria paga dopo 784 giorni, la Campania dopo 641, il Molise ne impiega 619. In fondo alla lista ci sono tutte le regioni con extradeficit sanitari.